Boscomare: un piccolo borgo con la mania dell’arte
Boscomare: un altro borgo ligure che quando lo visiti ti chiedi come mai non ci sei mai stato prima.
Scorci incantevoli, monumenti importanti provenienti dal passato e una vocazione artistica che guarda al futuro. Nell’articolo di oggi scopriremo insieme questo paesino poco conosciuto e incontreremo un personaggio decisamente interessante. Partiamo?
Boscomare si raggiunge facilmente risalendo la valle del San Lorenzo da San Lorenzo al Mare. Le uscite autostradali più comode sono Imperia Ovest e Taggia.
Una volta superati i piloni del viadotto dell’Autofiori si incontrano sempre meno costruzioni e la valle inizia a rivelare tutta la sua bellezza selvaggia. Al bivio con Torre Paponi proseguiamo dritti, fino all’evidente deviazione verso sinistra per la nostra meta.
Da qui la strada è ancora più suggestiva. Ci arrampichiamo in mezzo alle fasce di ulivi tenute in piedi dai muretti di pietra a secco, in primavera il terreno è coperto di fiori gialli.
Arrivati a Boscomare veniamo accolti da alcuni murales e da un colorato graffito con il nome del paese. La vocazione artistica inizia a farsi intravedere.
Boscomare nel passato
L’uomo frequenta questo territorio dall’età del ferro: sul vicino monte Follia gli scavi hanno messo in luce molti reperti archeologici visibili nel museo di Pietrabruna. La formazione del paese vero e proprio potrebbe risalire invece a poco prima del Mille, con la costruzione dell’antichissima chiesa di San Siro di cui purtroppo oggi rimangono solo pochi ruderi nel cimitero.
Nel Medioevo Boscomare diventò feudo dei marchesi di Clavesana, per poi passare ai Lengueglia. Dal Seicento fino all’unità d’Italia entrò nell’orbita della Repubblica di Genova.
Oggi fa parte di un unico comune con Torre Paponi e il capoluogo Pietrabruna, altri due borghi incantevoli che visiteremo presto.
I segni di questa storia antica si ritrovano passeggiando nelle sue vie, o meglio nei suoi carruggi.
Esplorando il paese
Iniziando a gironzolare scopriamo alcuni scorci veramente caratteristici. Uno di questi è lo slargo del lavatoio.
Qui le donne di Boscomare hanno lavato per secoli i loro panni, scambiandosi magari pettegolezzi su quello che succedeva nella vallata. Oggi questi vasconi in pietra sono praticamente inutilizzati, ma per fortuna molto ben tenuti.
Salendo verso la parte alta dell’abitato ci troviamo presto di fianco all’antica torre anti-barbaresca.
Nel Cinquecento e nel Seicento la valle del San Lorenzo era una delle mete preferite dai pirati turco-barbareschi nelle loro incursioni nel Ponente Ligure. I borghi furono così costretti a proteggersi in qualche modo con postazioni di avvistamento e difesa.
Nell’Ottocento vennero purtroppo eliminati due piani della torre, e un successivo intervento di copertura con intonaco le fece perdere il fascino della muratura a pietra viva. Rimane tuttavia interessante osservare questa testimonianza di un periodo così tragico, in cui spesso gli abitanti venivano rapiti e venduti come schiavi.
Confinante con la torre, in una suggestiva piazzetta, ecco apparire l’Oratorio della Santissima Annunziata, con la sua facciata bianca e slanciata di un sobrio barocco locale. La chiesa era la sede della Confraternita dei Disciplinanti, attiva fin dal Cinquecento. Subì varie modifiche nel corso dei secoli fino agli ultimi interventi di fine Settecento.
Percorrendo ora in discesa i carruggi ben conservati e sempre molto puliti, raggiungiamo finalmente il cuore del paese. Sulla piazza principale si alza elegante il profilo della Parrocchiale intitolata a San Bernardo Abate. Come per le splendide chiese di Dolcedo e di Cervo, la firma è quella prestigiosa dei Marvaldi di Candeasco, famiglia di architetti protagonisti del barocco ligure.
La stupenda facciata è dominata al centro dalla statua del fondatore dell’abbazia di Chiaravalle. Rimaniamo sorpresi per l’equilibrio delle proporzioni e le delicate tonalità dei colori. L’interno ha pianta ellittica, con quattro cappelle. Nell’interessante volta affrescata a trompe-l’œil il santo viene portato in cielo dagli angeli.
Anche questa chiesa nel suo aspetto attuale risale al Settecento, ma è il risultato dell’adattamento di un edificio più antico adibito a oratorio.
Se l’arte antica non è nelle vostre corde non preoccupatevi, uscendo dalla chiesa ci dedichiamo all’arte moderna.
La nostra attenzione è subito attirata dalle nicchie voltate sotto una casa rosa. Sul fondo due bellissimi murales sembrano ampliare lo spazio angusto. Qui possiamo sederci e prendere in mano uno dei volumi della libreria dello scambio.
Dopo una breve pausa ci infiliamo nei carruggi intorno alla piazza, trovando altre gradite sorprese.
I muri dei vicoli sono decorati con disegni legati al mondo della musica, della letteratura e soprattutto del cinema. Si va da Pinocchio ad Arancia Meccanica, passando per De André, il Signore degli Anelli e Fellini: la varietà non manca davvero.
Gli autori sono artisti e semplici appassionati, sia di Boscomare che “foresti”. Alcune opere sono state realizzate da studenti dell’Accademia di Sanremo. Il risultato è una galleria all’aperto che si fonde benissimo con gli antichi spazi del borgo: assolutamente da vedere.
Un incontro inaspettato
Tornando in piazza siamo incuriositi dall’insegna di una bottega.
Il gumbu di Miché, il frantoio di Michele, è diventato lo spazio espositivo di un artista di Boscomare, Giacomo “Min” Fossati. Se non trovate aperto, Min potrebbe essere al lavoro nel suo laboratorio, nel carruggio a pochi metri (c’è anche un numero di cellulare).
Questo signore ha lavorato per una vita in altri settori, ma è sempre stato attratto dall’arte. Finalmente, con la pensione, ha avuto il tempo di dedicarsi a tempo pieno alla sua passione, con risultati sorprendenti.
Giacomo utilizza materiali molto diversi per le sue opere, dimostrando anche un’abilità tecnica formata sul lavoro. Legno d’ulivo, ceramica, metalli, pietra, vetro, addirittura uova di struzzo. Alcune sue creazioni si ispirano ai suoi artisti preferiti (gli piace molto Botero), altre sono completamente originali. Io le ho trovate vitali ed espressive, e mi ha colpito la varietà degli stili. Le opere più “ingombranti” si trovano in una bella fascia di ulivi sotto la casa dell’artista.
L’abilità di Min con la saldatura emerge in quello che può essere considerato un po’il simbolo del paese. E’ un gruppo di due grandi statue realizzato con pezzi di metallo recuperato. Una raffigura don Chisciotte: ricorda tantissimo il malinconico personaggio nell’interpretazione del grande Ciccio Ingrassia. Vicino ecco il suo cavallo rampante, e qui si vede proprio la vitalità che Giacomo riesce a dare alle sue creazioni.
Mi ha fatto molto piacere conoscere Giacomo e cercherò di andarlo a trovare presto. Spero che lo incontrerete anche voi quando andrete a visitare Boscomare.
Chissà che queste persone, che lottano contro i mulini a vento per tenere vivi borghi che hanno conosciuto lo spopolamento, per una volta non vincano la loro battaglia.
A me non resta che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo tesoro del Ponente. Se non l’avete ancora fatto, ricordate di scaricare gratuitamente il piccolo omaggio di benvenuto del blog: lo trovate su questa pagina.
Buona Liguria!
sarà la mia prossima meta anche se un po’ già lo conosco.
Un altro paese d’arte come Valloria, ci vuole il gemellaggio!
Ciao,ci sono stata anni fa,è un posto incantato dal fascino incredibile,dove il tempo si è fermato.Purtroppo avevo fotografato scorci stupendi che un pc difettoso mi ha cancellato e non sono più tornata.Li ho ancora in mente e nel cuore. Tantissimi complimenti per i tuoi articoli e Auguri di Buona Pasqua.
Ciao Dany, questa volta ricordati di vedere la galleria di Min. Grazie e Auguri in ritardo!