Napoleone Bonaparte a Taggia
Se me lo permetti, oggi vorrei raccontarti una storia che conoscono in pochi.
Parla di un piccolo corso d’acqua della Liguria di Ponente, di un giovane generale corso e di un paio di posate.
Cominciamo con il primo protagonista.
Il torrente Argentina nasce sulle pendici del monte Saccarello, la cima più alta della Liguria. Per quasi quaranta chilometri percorre la splendida valle che gli deve il nome, poi si getta nel mare tra Arma di Taggia e Riva Ligure.
Come tutti i torrenti ha un carattere piuttosto lunatico.
Può starsene rintanato per mesi, quasi senza farsi vedere. Poi all’improvviso viene fuori mostrando un’indole prepotente, a volte se vogliamo anche un po’ sopra alle righe. E agli argini.
In questi frangenti è meglio lasciarlo perdere: essendo ligure è piuttosto testardo e difficilmente te la da vinta.
Ne sa qualcosa un certo Napoleone Bonaparte, che da buon corso aveva un carattere altrettanto fumantino.
Una carriera in piena ascesa
Il futuro imperatore nasce in Corsica ma fin da piccolo viene avviato agli studi in Francia. A nove anni, grazie al (modesto) titolo di nobiltà del padre, entra alla scuola militare di Brienne. Napoleone ha una personalità forte che mal sopporta l’autorità degli insegnanti; pur non essendo uno studente modello, riesce però a farsi ammettere alla prestigiosa scuola militare Regia di Parigi, dove si specializza nella guerra di artiglieria.
Nel 1789, quando esplode la Rivoluzione, è ormai diventato ufficiale.
Il momento è molto propizio per gli uomini ambiziosi: la Francia è accerchiata dalle potenze europee legate alla monarchia e ha un disperato bisogno di militari capaci.
Le vecchie gerarchie hanno perso valore di fronte alla capacità sul campo e al merito.
La svolta arriva con l’assedio di Tolone del 1793.
I monarchici hanno occupato il porto militare con l’appoggio degli Inglesi. La città è imprendibile: il sistema di forti sulle colline tiene a bada chi volesse attaccarla da terra, sul mare c’è la flotta di sua Maestà.
Ma proprio in questa situazione di pesante stallo viene fuori tutto il talento militare del capitano Bonaparte, che propone ai suoi superiori il piano d’attacco decisivo e dirige in modo esemplare i reparti di artiglieria. Tolone è finalmente liberata.
Da ufficiale di artiglieria Napoleone viene promosso a generale di brigata. Ha 24 anni.
Non si passa
Dopo Tolone, la Francia decide che il sistema migliore per difendersi è attaccare. Anche il Piemonte, cioè il Regno di Sardegna, finisce così nel mirino.
L’obbiettivo è impadronirsi dei forti di Saorge, sulle Alpi Marittime, e della città di Oneglia, per poi buttarsi su Cuneo e la pianura padana.
La manovra è a tenaglia: Andrea Massena, il grande generale a cui è intitolata la piazza più bella di Nizza, passerà dai monti; Bonaparte userà la strada costiera.
Ma proprio a Taggia succede un imprevisto. E’ il 27 aprile del 1794, e piove che Dio la manda.
Devi pensare che a inizio Ottocento la strada che percorreva il litorale era un po’ più tortuosa di oggi. E ho usato un eufemismo…
Per attraversare il torrente Argentina venendo dalla Francia occorreva salire da Arma verso Taggia, usare l’antico ponte romano e ridiscendere l’argine sinistro verso il mare.
Questo percorso era però impraticabile per un esercito con carri e cannoni, perché il ponte era troppo stretto.
La seconda opzione era attraversare il torrente usando un guado in regione Levà, vicino all’attuale campo sportivo.
Quel giorno però il torrente Argentina ha altri programmi: le insistenti piogge fuori stagione hanno gonfiato il suo orgoglio e non ha intenzione di far passare nessuno.
L’esercito francese e il suo condottiero si devono così fermare nella piana di Taggia.
Generale, dove hai la testa?
Alla fine del Settecento viveva a Taggia un religioso appassionato di storia, conosciuto da tutti come il canonico Lotti. E’ grazie a lui se abbiamo qualche notizia di quei giorni sicuramente fuori dalla solita routine.
Intanto sappiamo che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i soldati non creano nessun tipo di danno all’abitato o noie alla popolazione.
Napoleone e gli ufficiali alti in grado vengono alloggiati a Taggia, nel palazzo dei nobili Pastorelli. Il marchese non è in città, ad accogliere il giovane generale deve pensare il suo braccio destro, il signor Domenico Torre.
C’è un personaggio davvero interessante nel seguito di Bonaparte, i taggiaschi lo vedono spesso in giro impegnato in lunghe passeggiate.
Si tratta di Augustin Bon Joseph de Robespierre, detto Bonbon: è il fratello minore di Maximilien Robespierre, in quel momento dominatore assoluto e terribile della scena politica francese.
Augustin è in missione per conto della Convenzione, cioè del “superparlamento” rivoluzionario. Il suo compito è duplice: deve contribuire a diffondere le nuove idee in giro per l’Europa e al contempo dare una controllatina ai generali lontani da Parigi.
La parte iniziale della carriera di Napoleone è facilitata dall’amicizia con questo signore, ma proprio la caduta della famiglia Robespierre rischierà, di lì a poco, di far perdere la testa anche al nostro generale.
Fate attenzione perché c’è un altro particolare interessante, che potrebbe far partire una caccia al tesoro tra le vie di Taggia…
Bonaparte è sicuramente molto seccato per la sosta forzata e di certo ha la mente piena di preoccupazioni, forse per questi motivi dimentica a Taggia un pacchetto…
Cosa contiene?
Dentro ci sono le sue posate personali. Si tratta di una forchetta e di un coltello in ferro, molto semplici e di poco valore perché al generale piace condividere la vita spartana della truppa.
Il canonico Lotti ci ha lasciato perfino il disegno di questi due utensili, che rimarranno a palazzo Pastorelli e verranno custoditi dalla famiglia di Domenico Torre.
Che io sappia se ne sono perse le tracce, ma chissà che non escano fuori prima o poi… se le trovate potrebbero valere un bel po’!
Napoleone riparte
Il 30 aprile 1794 il livello delle acque diminuisce e l’esercito francese lascia Taggia per andare a prendersi Oneglia.
Il torrente Argentina potrà comunque vantarsi, e non saranno in molti, di aver fermato uno degli uomini più influenti della storia.
Che un po’ se la legò al dito…
Si racconta infatti che anni dopo, quando le province liguri vennero annesse all’Impero, il sindaco di Taggia Domenico Boeri e il nobile Pietro Curlo andarono a Genova per la cerimonia. Napoleone, sentendo il nome di Taggia, si rivolse divertito al sindaco dicendo:
“Ebbene, quel dannato torrente continua a farne delle sue? Spero di rimediarvi al più presto”
Il suo progetto era probabilmente di costruire un argine e un ponte più largo, ma l’agenda di un imperatore è piuttosto fitta e non se ne fece nulla.
Mi piace pensare che, nelle lunghe e noiose giornate a Sant’Elena, questo episodio possa magari essere tornato in mente all’Imperatore.
E che Napoleone abbia mandato un ultima volta al diavolo, con un sorriso, il torrente Argentina.
(Ho letto questa storia sul libro “Taggia e la sua Podesteria” di Biagio “Ino” Boeri)
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E mi raccomando: prima di lasciare il blog ricorda di prenderti una copia gratuita della guida:
“5 idee insolite per scoprire il Ponente Ligure”.
Molto interessante, soprattutto, perché ci fa conoscere episodi storici avvenuti sul nostro territorio di cui se ne perderebbe la memoria e allo stesso tempo danno lustro e importanza alla nostra terra.
Il libro da cui è tratto l’articolo si trova tranquillamente in libreria?
Il libro è vecchio, si trovano delle copie in biblioteca a Villa Boselli. Forse la Atene ha qualche informazione per provare a cercarlo da comprare…
Via Cornice domina!!!
Grazie per questo racconto, mi ha gasato oltre modo sapere che Napoleone sia passato in Arma prima di andare a Taggia!!!
Si dice però che da Via Cornice si è tenuto largo…
Diciamo anche, che il Palazzo Pastorelli in questione non è quello nel Pantàn (Via Soleri) ma quello che oggi si chiama “Palazzo Spinola” in via Curlo (via Curlo proprio perché il medesimo palazzo, prima di essere dei Pastorelli, poi degli Spinola, era dei Curlo che lo costruirono).
Giustissimo! Il palazzo più imponente di Taggia che, se sistemato, farebbe invidia anche a Genova.