Nordic Walking: benessere per il corpo e la mente
Il territorio ligure, con la sua estrema varietà di paesaggi, è perfetto per praticare il nordic walking, uno sport ancora poco conosciuto ma che si sta velocemente diffondendo nel nostro paese.
Cominciamo dal nome: significa letteralmente “camminata nordica”.
Camminata, perché si procede a piedi in mezzo alla natura, utilizzando particolari bastoncini come mezzo di “propulsione” e non come semplice appoggio.
Nordica, perché questa disciplina è nata nei Paesi Scandinavi: all’inizio serviva da allenamento per lo sci di fondo nei periodi con scarsa neve, poi si è sviluppata autonomamente.
Per approfondire l’argomento ho avuto il piacere di partecipare a una passeggiata in Valle Argentina, organizzata dall’istruttore Dario Donatello del gruppo Nordic Walking Arma di Taggia.
E’ stata un’esperienza per molti versi sorprendente, così ho deciso di scrivere un articolo e invitarvi a provare il nordic walking nella vostra prossima vacanza o semplice gita nel Ponente Ligure.
Dario è un istruttore qualificato certificato dall’ANWI (Associazione Nordic Walking Italia), quindi ne ho approffittato per fargli qualche domanda.
7 domande sul nordic walking
1) Ciao Dario, per iniziare mi piacerebbe sapere come hai conosciuto il nordic walking.
” Ciao a te e ai lettori del tuo blog. Avevo notato che in altre regioni, come il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta, era molto diffuso l’uso dei bastoncini durante le passeggiate e le escursioni nei luoghi di villeggiatura. Spinto dalla curiosità, ho frequentato un corso introduttivo al nordic walking presso la sezione del Club Alpino Italiano di Sanremo.
Dopo aver praticato questa disciplina per circa sei anni, essermi documentato e aver appurato gli effetti benefici che essa può apportare, ho deciso di iscrivermi a un corso per istruttori di Nordic Walking ANWI/INWA, per aiutare così altre persone ad avvicinarsi alla disciplina e potere cogliere i reali giovamenti.”
2) Nell’introduzione parlavo genericamente di camminata nella natura con i bastoncini, ma se dovessi riassumere brevemente in cosa consiste il nordic walking, la sua essenza, come risponderesti?
” I pilastri di questa disciplina sono principalmente tre:
-Corretta postura.
-Corretto modo di camminare.
-Corretto uso dei bastoncini. “
3) Da chi può essere praticato il nordic walking? E’adatto a tutti?
“Si, in linea di massima può essere praticato da chiunque, sia bambini che giovani o meno giovani, poiché si può personalizzare l’andatura e l’intensità di esercizio in base alla preparazione fisica e alle esigenze personali.
Esistono fondamentalmente tre livelli di esercizio:
-Benessere.
-Fitness.
-Sport.”
4) Prima hai accennato ai possibili giovamenti legati alla pratica del nordic walking, ma in pratica quali sono i benefici di questa disciplina?
“In generale direi che si ottengono sensibili miglioramenti nell’equilibrio, nella forza, nella resistenza e nella flessibilità. Non va trascurato che agli innumerevoli benefici fisici vanno aggiunti quelli psicologici ed emotivo-comportamentali.
Si potrebbe comunque aprire un capitolo molto ampio e complesso. I benefici apportati dal nordic walking sono davvero tanti, basti pensare che applicando la tecnica in modo corretto possiamo arrivare a far lavorare circa il 90% della muscolatura, attivare il sistema cardio-circolatorio, svolgere in maniera ottimale un perfetto esercizio dell’apparato osteo-scheletrico e tendineo, attivare le funzioni relative al controllo del peso, etc. Potrei continuare ad elencare tantissimi altri fattori positivi collegati alla pratica costante del nordic walking, tant’è vero che in alcune ASL viene impiegato in terapie complementari di vario genere.”
5) Quali sono i luoghi più adatti per la pratica del nordic walking?
“I corsi introduttivi, caldamente consigliati per i principianti vista l’importanza di apprendere correttamente la tecnica, si tengono in spazi aperti e piani come le spiagge, i parchi cittadini o lungo le piste ciclo-pedonali. Questi luoghi permettono di svolgere attività fisica in modo sereno e a contatto con la natura, socializzando con altre persone. Una volta diventati più esperti, il nordic walking si può praticare praticamente ovunque e in tutte le stagioni, organizzando passeggiate che permettono di scoprire bellissimi paesaggi, come quelli delle nostre vallate ad esempio.”
6) Domanda tipicamente ligure 🙂 … è uno sport costoso?
“Assolutamente no! A parte il costo per imparare la tecnica corretta, diciamo dalle tre alle cinque lezioni, e l’acquisto dei bastoncini adatti, per il nordic walking non esiste nessun’altra spesa aggiuntiva, se non una contenuta quota associativa ANWI annuale per l’assicurazione.”
7) Quindi, per concludere, cosa dobbiamo fare per iniziare per avvicinarci al mondo del nordic walking?
“Come accennavo prima, per godere di tutti i benefici del nordic walking è fondamentale apprendere la tecnica corretta, che viene appunto insegnata da istruttori qualificati, selezionati attraverso un percorso di alta formazione tecnica e professionale e certificati dall’ANWI, ad oggi unica Scuola riconosciuta a livello nazionale e internazionale ufficialmente dal CONI e dall INWA (International Nordic Walking Association), dalla quale è nato il vero Nordic Walking finlandese.”
Un grazie a Dario per averci chiarito le idee e introdotto al nordic walking, in fondo all’articolo troverete tutte le modalità per contattarlo.
Noi continuiamo con un esempio pratico di come si possa apprezzare questo sport in un contesto tipicamente ligure.
Una passeggiata in mezzo alla Natura
La camminata organizzata da Dario è stato il piatto forte di un menu ad a base di arte, natura, cibo e appunto sport, un’idea davvero azzeccata che ha dimostrato una volta di più le potenzialità del territorio ligure.
Partiamo da Glori, un grazioso borgo appollaiato a sfidare le leggi della gravità sul pendio di una collina della media Valle Argentina, tra Badalucco e Molini di Triora.
Il paese fa da sfondo a un’esposizione di artisti di vari paesi europei. Da diversi anni molti stranieri, provenienti soprattutto dal Nord Europa, subiscono il fascino del sole e della quiete dell’entroterra ligure. Alcuni hanno perfino scelto di fermarsi a vivere qui, acquistando o recuperando rustici inutilizzati.
Ammiriamo le creazioni e scambiamo qualche parola con gli autori, ma viene presto l’ora di iniziare la marcia. Usciamo così da Glori e attraversiamo il ponte sul rio Fontanili, sotto l’omonima frazione, per arrivare al Santuario di N.S. di Lourdes.
Da qui si gode uno splendido panorama, in particolare sul paese e l’alta valle.
Superiamo le ultime campagne di Glori dove ci imbattiamo in un tipico “troglio“, un’antica vasca in pietra per abbeverare il bestiame. Oggi Dario guida persone che hanno una certa esperienza di nordic walking, l’andatura è quindi sostenuta e raggiungiamo in breve tempo la zona del Grotto, percorsa da un sentiero coperto da curiose rocce friabili.
Il sentiero prosegue a mezza costa con lievi saliscendi, ci immergiamo in un bosco di lecci e carpini che lasciano presto posto ai castagni: siamo arrivati a Colla Piana.
Come avevamo visto nelle stanze del museo etnografico di Triora, un tempo la coltivazione del castagno era fondamentale per la sopravvivenza di uomini e animali. In particolare questo albero permetteva uno sfruttamento capillare del territorio, perché si adattava bene alle zone più ombrose, in ligure ubagu, dove le altre piante faticavano a vegetare.
Sopra questa zona si innalza la rocca di Castè, dove qualcuno ha infisso una strana pietra verticale: per alcuni è un segno di confine tra pascoli, per altri addirittura un menhir, cioè una roccia sacra risalente alla preistoria.
Le comunità si contendevano aspramente questi luoghi, adatti all’agricoltura e al pascolo ma importanti anche sul piano strategico. Il paese di Carpasio, proprietà dei Savoia e fondamentale nodo viario verso Oneglia, si trovava spesso isolato in mezzo ai borghi fedeli alla Repubblica di Genova.
La strada che stiamo percorrendo del resto viene utilizzata da chissà quanti secoli, sicuramente già dalle tribù liguri e celto-liguri che tanto filo da torcere diedero all’espansione romana. Le carrozzabili di fondovalle sono infatti strade relativamente moderne: un tempo le uniche vie di comunicazione, soleggiate e sicure, si trovavano sui crinali o, come in questo caso, a mezza costa.
Quando il sentiero lascia le aree boscose il panorama si apre in maniera spettacolare: qui potete vedere in lontananza il monte Faudo, che sovrasta due paesi cari al blog: Valloria e Castellaro.
Proseguiamo ancora e arriviamo ad un altro sito particolare, la Ciazza da Carbuneia, lo spiazzo della carbonaia. Qui veniva prodotto il carbone di legna, altro elemento chiave della vita di una volta. Ci troviamo nel castagneto di Beglin, da dove parte una strada mulattiera che, unita al sentiero che abbiamo davanti, costituiva l’antico collegamento tra Carpasio e Montalto.
Usciamo lentamente dalla parte più selvaggia e boscosa del percorso, iniziando a imbatterci con maggior frequenza nei segni dell’opera dell’uomo. Altri abbeveratoi, muretti a secco, stalle, piccole case testimoniano quanto questa via dovesse essere intensamente vissuta. Sono costruzioni di dimensioni anche importanti, ultimo legame con un’attività agricola e pastorale ormai abbandonata.
In questa zona iniziavano infatti le campagne direttamente legate a Carpasio, dove si coltivavano soprattutto ortaggi, grano, orzo. Poco sotto di noi a farla da padrone è invece l’ulivo.
Dopo un’ora abbondante di cammino, ci fermiamo a poche centinaia di metri da Carpasio davanti al santuario di Nostra Signora delle Ciazzime.
Volendo si può proseguire fino al paese, del quale non voglio svelarvi nulla perché merita un articolo a parte, ma decidiamo di sostare qui perché lo spiazzo di fronte al santuario si presta alla grande per un’altra pratica tipica del nordic walking: lo stretching con i bastoncini. Rimango davvero stupito per la varietà degli esercizi di allungamento e soprattutto per l’atmosfera divertente che creano.
Venuta l’ora di tornare indietro, ripercorriamo il tragitto dell’andata, che ci offre nuovi punti di vista e soprattutto una straordinaria variazione di luce creata dal progressivo calare del sole: nel bosco il filtro dei rami degli alberi rende l’atmosfera davvero particolare.
Eccovi un breve video per avere un’idea del nostro pomeriggio.
Ma non è finita. A Glori ci tocca approfittare dell’accoglienza dell’agriturismo del paese, dove chiudiamo il cerchio mangiando prodotti tipici locali e bevendo un buon vino rosso. Dovete assolutamente provare la frandura, una torta sottile di patate, farina e latte tipica di questa zona. La caratteristica principale della cucina dell’entroterra, ve ne accorgerete, è la creazione di piatti incredibilmente gustosi con ingredienti poveri e un sapiente uso delle erbe aromatiche.
Il panorama è eccezionale, vediamo chiaramente il mare in lontananza nonostante la distanza notevole in linea d’aria: passa una nave da crociera che ci sembra vicinissima.
Sarò di parte, ma certi scorci si possono vedere solo in Liguria e in pochi altri posti al mondo…
In conclusione…
Spero proprio di avervi incuriosito e sono sicuro che raccoglierete il mio consiglio: il nordic walking è uno sport assolutamente da provare, sia per chi viene in vacanza nel Ponente Ligure che per chi ci abita.
D’altronde se così tanti nord europei, come dicevamo, si sono trovati bene sul nostro territorio, sono sicuro che anche uno sport del Nord potrà trovare qui un suo habitat.
Per avvicinarvi a questa disciplina non esitate quindi a contattare l’istruttore ANWI Dario Donatello:
mail: nordicwalking.arma@libero.it
pagina facebook: https://www.facebook.com/nordicwalkingarma/
sito internet: http://nordicwalkingarma-it.webnode.it/
E’possibile concordare giorno, luogo e orario per frequentare corsi sia collettivi che individuali.
Bene, mi sembra ci sia tutto. 🙂
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Al prossimo Tesoro del Ponente!