Passeggiate ed escursioni

Un’indimenticabile percorso ad anello tra Cipressa e Costarainera

In quell’arida terra il sole striscia 
sulle pietre come un serpe. 
Il mare in certi giorni 
è un giardino fiorito. 
Reca messaggi il vento. 
Venere torna a nascere 
ai soffi del maestrale. 

(Vincenzo Cardarelli)

Cipressa e Costarainera dominano un ampio tratto di costa ligure da una splendida balconata a duecento metri sul livello del mare. La posizione soleggiata e la protezione dei monti garantiscono un clima eccezionalmente mite per dodici mesi all’anno. Seguendo questo semplice percorso ad anello scopriremo insieme panorami indimenticabili, antiche mulattiere e due borghi assolutamente da non perdere. 

CIPRESSA

Cominciamo la nostra passeggiata dalla piazza principale di Cipressa, dove troviamo il bel complesso barocco formato dalla chiesa parrocchiale della Visitazione e dall’Oratorio dell’Annunziata. Dopo una visita alle chiese, vi invito a salire sulla terrazza panoramica per avere un assaggio dei panorami che troveremo lungo il percorso, io intanto ne approfitto per raccontarvi brevemente la storia di questo borgo.

Il nome del paese è collegato probabilmente ai numerosi cipressi presenti su queste colline. Ma esiste anche un’ipotesi più suggestiva: secondo una leggenda alcuni marinai ciprioti naufragati sulla spiaggia sottostante avrebbero fondato Cipressa ricordando nella denominazione la patria perduta. 

Il nucleo originario del borgo si trovava quasi sicuramente sul mare, vicino al porto turistico degli Aregai che scorgiamo verso Ponente. Intorno all’anno Mille le invasioni saracene costrinsero però gli abitanti a rifugiarsi su questo poggio, in una zona più facilmente difendibile, finendo per un paio di secoli sotto la protezione dei Conti di Ventimiglia.

I signori feudali garantivano, certo non gratuitamente, quel minimo di sicurezza di cui le comunità non potevano fare a meno. Nella vicina Lingueglietta lo stesso ruolo era giocato dalla famiglia nobile dei Lengueglia, imparentati con i Marchesi di Clavesana. Le rivalità tra i due borghi per le più disparate questioni di confini e pascoli furono sempre molto accese, e terminarono forse solo con l’inserimento di Lingueglietta nel Comune di Cipressa, in epoca fascista.

Dopo il Mille comunque la zona diventò relativamente tranquilla e nel Duecento Cipressa venne venduta ai monaci Benedettini di Genova, già in possesso di Riva Ligure e Santo Stefano, con grande disappunto dei Lengueglia che la volevano per sè. 

Questi contrasti feudali, più complicati di una soap opera, finirono come sempre per favorire la potente Repubblica di Genova. Nel Trecento infatti, quando i monaci abbandonarono i loro possedimenti a causa dei debiti, il paese finì sotto il controllo prima dei Doria e poi di Genova, godendo di ampia autonomia fino all’unificazione italiana.

Nel Cinquecento e nel Seicento questi paesi furono tra i più colpiti dagli attacchi dei pirati barbareschi.      

I “Turchi” seminavano il terrore nei mesi primaverili ed estivi, razziando, uccidendo e riducendo in schiavitù centinaia di persone. A testimonianza di quel periodo buio rimangono numerose opere militari di difesa e avvistamento, come la torre Gallinaro che è il simbolo di Cipressa.

METTIAMOCI IN MARCIA

Mi rendo conto che sia dura staccarsi da un simile panorama ma è ora di iniziare la passeggiata. Torniamo verso la chiesa parrocchiale, ci dirigiamo nella piazzetta sulla destra (piazza Milite Ignoto) e proseguiamo poi sulla strada asfaltata, lasciandoci alle spalle l’orologio del campanile. Dopo poche decine di metri raggiungiamo il comodo marciapiede panoramico che ci accompagnerà per la prima parte della passeggiata. 

Man mano che ci allontaniamo da Cipressa diventa sempre più evidente il profilo elegante del paese e la sua felice esposizione. Davanti a noi si apre uno spettacolare vista sul mare e, in basso, sugli abitati di Piani Ciapin e Piani Paorelli. Proprio qui venne costruito un importante centro elioterapico che sfruttava le virtù terapeutiche del sole e dell’aria salubre di questa zona.

Dopo un’ampia curva ci appare il campanile di Costarainera, mentre sulla costa si intravedono in lontananza le case di San Lorenzo al Mare. Il marciapiede panoramico si interrompe, ma il cammino a bordo strada prosegue agevole fino a una rotonda da cui saliamo, tenendo la sinistra, verso Costarainera.

COSTARAINERA

Che dire della piazzetta che ci accoglie? Dopo il recente intervento di ristrutturazione è davvero deliziosa. Il profilo dell’Oratorio di San Carlo Borromeo domina lo spazio pedonale, dove sono state inserite due sculture in bronzo di Carin Grudda: “La Ballerina” e l'”Elfo di fragole”. Le opere dell’artista tedesca, ormai perdutamente innamorata della Liguria, si sposano perfettamente con gli edifici in pietra che circondano la piazzetta. 

Facciamo una pausa, così vi racconto qualcosa della storia di questo borgo: vedrete che anche qui i contrasti non mancano…

Nel Duecento alcuni abitanti di Cipressa e della vicina Lingueglietta si spostarono su questo crinale assolato e fertile per coltivarne le terre. Attorno alle prime case si formò lentamente il paese, che prese il nome dalla famiglia più in vista o semplicemente più numerosa: i Raineri.

Vi piacerebbe trovarvi nel bel mezzo di una lite tra moglie e marito? Costarainera si trovò per secoli in questa scomoda posizione, perennemente contesa tra Cipressa e Lingueglietta: pensate che ad un certo punto proprio in mezzo al paese venne tracciato il confine territoriale tra i due litiganti!

SI SALE

Stiamo per affrontare la parte più ripida del percorso, prendiamola con calma per non rimanere senza fiato, mi raccomando. Salendo di fianco all’Oratorio ci troviamo davanti alla chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista, che merita una visita. Imboccando Via Sant’Antonio ci immergiamo nel cuore del centro storico.

Come sempre accade nei borghi liguri, rimaniamo affascinati da questi labirinti di stradine che si incrociano mantenendo un carattere antico e autentico. Ogni volta è uno spettacolo diverso. Passiamo sotto un complesso sistema di archi che segna l’incrocio con via dottor Raineri, proprio da qui partiva la strada per andare a Lingueglietta: vi prometto che nei prossimi articoli vi ci porto, ma ora dobbiamo proseguire dritti verso Cipressa.

Mantenendo la via principale arriviamo finalmente alla fine del paese, dove transitiamo per poche decine di metri su un tratto d’asfalto che ci porta su una mulattiera interamente in pietra. Non vorrei annoiarvi ma devo ripetermi: dietro di noi si apre un nuovo spettacolare panorama, ancora più ampio perché siamo decisamente saliti. Ancora duecento metri e raggiungiamo un luogo magnifico.

LA PIEVE DI SANT’ANTONIO ABATE

Il profilo di questa chiesa campestre immersa nella macchia mediterranea controlla un incrocio di vie rialzato, dove la vista si perde in ogni direzione. Il posto ha qualcosa di magico, non a caso gli antichi consideravano gli incroci come luoghi carichi di energia. Guardando verso la valle del San Lorenzo si notano il profilo di Lingueglietta, a nord, e quello di Civezza, verso Levante.

L’esterno dell’edificio, circondato da un bel muretto in pietra, conserva caratteri romanici e gotici che indicano la presenza di vari interventi successivi. Dopo le ultime sistemazioni rinascimentali, l’interno è rimasto a tre navate e custodisce diverse opere interessanti. Le antiche colonne scolpite con le caratteristiche maschere di volti umani, tipiche del romanico, convivono con una rara decorazione in maioliche spagnole del Cinquecento; è presente anche un prezioso fonte battesimale ottagonale in pietra colombina.

L’attuale costruzione venne fatta costruire dai Benedettini alla fine del Duecento ma al suo posto esisteva già una chiesa edificata intorno al Mille sotto i Conti di Ventimiglia. La presenza di questo importante centro religioso vicino al paese facilitò enormemente la fondazione di Costarainera.

Tanto per cambiare anche la pieve di Sant’Antonio divenne motivo di conflitto tra i tre paesi della zona. Per molti secoli fu infatti parrocchia sia di Costarainera che di Cipressa, con l’aggravante dei Lengueglia sempre pronti a sfruttare ogni situazione favorevole. Prima di entrare per la Messa, erano in molti quelli che si guardavano storto… Alla fine, con la costruzione delle due parrocchiali barocche in centro ai paesi, la pieve divenne chiesa del cimitero comune per poi venire quasi del tutto abbandonata dagli abitanti di Cipressa.

Alcune piccole rivalità tra paesi che oggi guardiamo con divertimento, sono figlie di grandi contrasti del passato che ogni tanto finivano nel sangue.  

Purtroppo attualmente la pieve è in fase di restauro a causa di un fulmine che nel 2016 ha danneggiato il campanile, appena sarà possibile l’ingresso lo segnalerò sul blog.

TRA CIELO E MARE

Per tornare a Cipressa dobbiamo seguire la direzione indicata dall’evidente cartello che troviamo proprio davanti alla chiesa.

La strada entra nella pineta raggiungendo alcune ville eleganti. Scommetto che dopo questa passeggiata non vi dispiacerebbe prendere casa qui… Attenzione a non distrarci: al primo bivio teniamo la destra e proseguiamo in costa evitando una ripida discesa. Davanti a noi riappare in breve tempo Cipressa accompagnata dall’ennesimo incantevole panorama sul mare.

Il paesaggio cambia ancora: ora stiamo attraversando una zona evidentemente rurale. Molte delle case che costeggiamo un tempo erano cascine e intorno ad esse si sviluppava l’economia della comunità. Alcune coltivazioni sono rimaste, soprattutto l’ulivo e la vigna, ormai più per uso familiare che come attività lavorativa. Quasi ogni casa ha comunque ancora un orto perfettamente in funzione.

Qui la collina scende dolcemente verso il basso, le campagne sembrano immergersi lentamente nel mare creando uno scenario davvero unico.

Quasi senza accorgercene, ci ritroviamo di nuovo in mezzo alle prime case di Cipressa, rientrando nel borgo dalla parte alta. Anche questo centro storico è davvero interessante con la sua divisione in tre parti: Poggio, Collautra e quella che stiamo attraversando, chiamata Castello. Un dedalo di carruggi, scalinate e caratteristiche case torri con funzione difensiva.

I tre quartieri si incontrano nel centro nevralgico della piazza, dove termina il nostro percorso.

Questa passeggiata nasce unendo alcuni itinerari che ho trovato su un sito veramente interessante: “5 km intorno a Cipressa”. E’una raccolta di percorsi tra il mare e la montagna che riscoprono antichi sentieri in mezzo alla natura. Il turismo sostenibile nei prossimi anni passerà anche da qui.

Spero che il nostro giro vi sia piaciuto, vi invito ovviamente a provarlo al più presto dal vivo.

Non mi resta che salutarvi, invitandovi, se non l’avete ancora fatto, a scaricare il piccolo e-book di benvenuto che trovate su questa pagina e a condividere l’articolo come meglio credete. 

Buona Liguria a tutti.

Strumenti pratici

Cipressa è raggiungibile in due modi. Dall’uscita di Imperia Ovest, si prosegue sulla via Aurelia in direzione Ventimiglia fino a San Lorenzo al Mare, dove trovate la deviazione per il paese. Dall’uscita di Arma di Taggia, si prosegue sulla via Aurelia in direzione Imperia fino alla deviazione che trovate poco dopo il porto turistico degli Aregai. 

Per la passeggiata è consigliabile usare scarpe comode con buona suola per la presenza di acciottolati. Non dimenticate una piccola scorta d’acqua e un copricapo, soprattutto nei mesi più caldi.