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Sant’Ampelio: un nome misterioso per un luogo incantato

Bordighera è una delle perle più preziose della Riviera dei Fiori. Oggi andiamo a scoprire uno dei suo luoghi simbolo, il capo  Sant’Ampelio, e le interpretazioni legate a questo nome così particolare.

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Capo Sant’Ampelio è il piccolo promontorio che segna l’inizio di Bordighera, dalla parte verso Ospedaletti. E’ il luogo più meridionale dell’ Italia del Nord.

Da questo punto si gode una vista imperdibile sullo splendido tratto di litorale che da Capo Nero arriva fino a Cap Martin.

E’ anche una delle zone con il clima migliore d’Europa, con inverni miti ed estati che lasciano respirare. Qui riescono a crescere piante provenienti da tutto il mondo, come dimostrano i vicini Giardini Hanbury.

Forse per questi motivi, nell’Ottocento, da queste parti nacque il turismo moderno: i nobili e i ricchi borghesi di tutto il continente non vedevano l’ora di passare qualche mese facendosi accarezzare dal sole della Riviera.

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La chiesetta di Sant’Ampelio, affacciata sugli scogli scolpiti dal mare e dal vento, è il punto di partenza ideale per ripercorrere i passi di questi eleganti signori del passato. Oltre al classico percorso sul lungomare, è interessante andare ad esplorare il suggestivo e poco conosciuto centro storico di Bordighera Alta.

Anche la regina Margherita di Savoia era perdutamente innamorata di questo promontorio, dove la troviamo ancora intenta a scrutare il mare della Liguria. Decise di passare a Bordighera gli ultimi anni di una vita complicata, turbata dall’assassinio del marito Umberto I. La villa Regina Margherita è un’altro dei gioielli di Bordighera da visitare assolutamente.

Ci sono diverse interpretazioni sull’origine del nome Ampelio. Curiosamente sono tutte legate in qualche modo a una pianta.

La palma

Secondo la tradizione cristiana Ampelio sarebbe una trasformazione romana di Apelles, un santo eremita proveniente dalla regione della Tebaide, in Egitto.

Nei primi secoli del cristianesimo Apelles ed altri santi si ritirarono in questa sperduta regione desertica da soli o in piccoli gruppi,   per allontanarsi dal mondo e avvicinarsi al divino. Qui nacquero le basi del monachesimo occidentale, collegato alla figura di Antonio Abate.

Ampelio-Apelles attraversò poi il Mediterraneo e approdò proprio sul capo che avrebbe preso il suo nome. Qui visse in una grotta sul mare, facendo il fabbro ed il pescatore. Morì nel VI secolo e fu sepolto nel luogo dove aveva passato gli ultimi anni.

Secondo la tradizione Ampelio introdusse in Liguria l’albero più tipico della sua terra d’origine, la palma.

La vite

Il professor Nino Lamboglia, archeologo e storico che legò la sua vita allo studio del passato della Liguria, propose un’ipotesi alternativa.

In un frammento del geografo greco Ecateo di Mileto, Ampelos viene citata come una delle città costiere della Liguria. Una piccola colonia greca dipendente probabilmente da Massilia, l’odierna Marsiglia.

Non si è mai riuscito a chiarire a quale città moderna si potesse collegare tale indicazione. Lamboglia suppose che fosse riferita proprio all’odierno Capo Sant’Ampelio.

L’interpretazione è suggestiva, anche perché il significato di Ampelos, in greco antico, è “vitigno”. Sarebbero stati quindi i Greci a introdurre sulle nostre colline la vite, coltivazione predominante fino all’arrivo dell’ulivo. 

Il melo

La terza chiave di lettura ci fa entrare nel misterioso mondo celto-ligure.

Dopo essersi affermato come religione dominante, il cristianesimo si comportò in modi diversi nei confronti dei luoghi di culto pagani.

In alcuni casi venivano “demonizzati”, caricati cioè dei connotati più negativi in modo che nessuno li frequentasse. Un esempio è la bellissima Valmasca (valle delle streghe), vicina uno dei santuari a cielo aperto dei popoli Liguri, il monte Bego.

In altri casi invece il luogo e la divinità pagana venivano trasformati nella sede di culto di un santo cristiano. Potrebbe essere proprio questo il caso di Sant’Ampelio.

Ampelio ha una somiglianza notevole con Abellio, divinità celto-ligure collegata al melo (apple, apfel) e più in generale agli alberi da frutto e ai boschi. Un monte situato tra la Val Nervia e la Val Roja, a pochi chilometri da Bordighera, porta lo stesso nome: su di esso sono state trovate molte tracce di una frequentazione pre-romana.

Secondo alcuni studiosi inoltre, Abellio potrebbe essere anche un altro nome del dio celtico Beleno, legato al sole e venerato tra Arma di Taggia e Riva, nella zona chiamata appunto Costa Balena.

Chissà se una di queste tre ipotesi è quella corretta o se il mistero verrà chiarito in altri modi. Lasciamo il problema agli esperti di toponomastica.

Ciò che realmente importa è che queste interpretazioni, tutte in qualche modo plausibili, sono una testimonianza dell’importanza storica del Ponente Ligure.

Un crocevia di popoli che si sono stabiliti qui o che in qualche modo ci sono passati nel corso dei secoli, se non dei millenni. Per commerciare, per scambiare idee, per fare la guerra, ma soprattutto per lasciare tracce che ancora oggi è bello cercare di scoprire.

Per questo articolo è tutto, vi saluto e vi ringrazio per la vostra attenzione. Se è la prima volta che capitate sul blog, non dimenticate di ritirare il vostro regalo di benvenuto.

Buona Liguria!

 

Come raggiungere Capo Sant’Ampelio:

Prendete l’uscita Bordighera dell’Autostrada dei Fiori e seguite le indicazioni per Sanremo. Troverete la chiesa sul mare appena fuori dal centro abitato, poco prima della statua della regina Margherita.