Luoghi da visitare

Taggia: passeggiando tra la Madonna del Canneto e i Bastioni

Il passato rivive ogni giorno perché non è mai passato.
(Proverbio africano)

Taggia è una delle città più ricche di opere d’arte di tutta la Liguria. Passeggiare nel suo centro storico significa fare un salto indietro nel tempo, dal Medioevo più profondo fino al secolo scorso. Oggi vi propongo di scoprire il borgo seguendo un’itinerario che lo attraversa da nord a sud. 

Iniziamo il nostro viaggio poco dopo l’inizio del ponte romanico, imponente nelle sue sedici arcate. Lasciata l’auto nel comodo parcheggio sotterraneo, giriamo subito a sinistra seguendo la strada lastricata di pietra.

Dopo pochi passi ci appare la sagoma elegante della Madonna del Canneto. Secondo la tradizione furono i Benedettini di Borgo San Dalmazzo a costruire la chiesa nel VII secolo, come centro di un insediamento agricolo poi distrutto dai Saraceni. La struttura attuale, con lo splendido campanile romanico, risale al XII secolo.

Alla fine del Quattrocento la proprietà passò ai Domenicani che fecero decorare l’interno dai  Cambiaso e da Francesco Brea. Purtroppo gli affreschi sono stati rovinati da interventi nel periodo barocco e da secoli di abbandono.

Torniamo sui nostri passi attraversando il tranquillo quartiere del Colletto, esterno alle mura, ed entriamo nel borgo dalla porta omonima.

Qui inizia via san Dalmazzo, la più lunga della città. Segna più o meno il confine tra la Taggia medievale, che rimarrà alla nostra destra, e quella rinascimentale, sul lato opposto.

Dopo alcuni metri troviamo subito una bella edicola sospesa. Davanti si apre la stretta discesa per la suggestiva piazza Santa Trinità, che visiteremo in un’altro itinerario.

Poco più avanti una croce in ferro segna l’inizio della scalinata che porta al convento dei Cappuccini, ora chiuso. In alto si può vedere un affresco con la Madonna insieme a San Francesco e San Benedetto Revelli. Questi frati sono sempre stati molto vicini ai problemi della parte più povera della città, e quindi molto amati

Quante storie in pochi passi, non sembra anche a voi?

Proseguiamo. La nostra destra è ora occupata dalla mole del palazzo dei nobili De Fornari. Più avanti, all’altezza del numero 32, troviamo murata un’elegante scultura gotica in marmo, una Resurrezione di fattura davvero pregevole. Potrebbe essere la parte superiore di un tabernacolo collocato nell’antica chiesa parrocchiale.

Siamo quasi arrivati alla Porta di Barbarasa. Da qui sale il vallone omonimo, che inizia  dopo la notevole struttura in pietra del convento di Santa Teresa, da poco restaurato. La porta chiudeva nel tardo Medioevo una cerchia di mura, poi perse importanza con le nuove sistemazioni difensive. Molto interessante la stanza pensile da dove dove le guardie controllavano il varco, rovesciando pietre o sostanze bollenti su chi si avvicinava alla porta.

Continuiamo su Via San Dalmazzo.

In questa parte troviamo diversi palazzi nobiliari con bellissimi sovraporta decorati. Meritano attenzione in particolare quelli delle famiglie Porro e Capponi, ricchissimi di dettagli: è probabile che gli autori siano i maestri di Cenova. Su altri portali vediamo invece gli stemmi nobiliari scalpellati durante la Repubblica Ligure, nel periodo napoleonico, perché ritenuti simbolo di disuguaglianza.

La via si allarga tra palazzi alti uniti da contrafforti, c’è addirittura un passaggio sospeso. Questi rinforzi vennero aggiunti a causa di vari rovinosi terremoti, soprattutto dopo quelli del 1831 e del 1887.

I residenti abbelliscono l’ingresso delle loro case con piante e fiori, molti gatti ben nutriti fanno la siesta o stanno in posa. Un posto davvero gradevole.

Poco più avanti, sulla sinistra, c’è una caratteristica casa-bottega. A pian terreno il negoziante vendeva i suoi prodotti utilizzando il funzionale bancone di ardesia integrato nel portone.

Arriviamo ora a un incrocio importante. A sinistra via Gastaldi scende verso la chiesa parrocchiale, a destra via Littardi sale verso il Castello.  Qui si nota molto bene la divisione di cui vi parlavo tra l’anima medievale e quella rinascimentale di Taggia.

Sulla salita notiamo le case-torri dette dei Clavesana, dal nome degli antichi feudatari. E’ difficile che ci abbiano realmente abitato, a noi interessa ammirare queste strutture rare che mantengono parti duecentesche.

Ancora qualche metro e usciamo dalla cerchia di mura attraverso la suggestiva porta Pretoria.

Via San Dalmazzo è terminata, entriamo in un quartiere esterno al borgo a ridosso delle campagne. Le mura ci accompagnano imponenti per alcune decine di metri lasciando poi il posto a case costruite successivamente. Questa era la zona nevralgica per la difesa cittadina, in particolare durante le incursioni dei pirati barbareschi nel Cinquecento.

Qui sono rimasti due bastioni ben conservati a protezione delle mura. Il primo che incontriamo è il bastione della Biscia, da dove si apre la vista sulla nostra sinistra a dominare la città. Notiamo immediatamente l’enorme palazzo Spinola con le sue logge che ci da un idea della ricchezza di Taggia nel Seicento.

L’ultima roccaforte è il bastione più grande del borgo, strategico per contrastare i nemici provenienti dal mare. E’ chiamato bastione grosso o dei Berruti. Il nome viene proprio dai miei antenati, impegnati nella difesa cittadina in più di un’occasione. 

Proseguendo questa aerea passeggiata si può raggiungere il convento dei Domenicani. Per oggi però ci fermiamo e torniamo sui nostri passi, ripercorrendo lo stesso tragitto.

I percorsi ad anello sono molto interessanti, ma in città come Taggia anche una passeggiata in linea permette di vedere il borgo da angolazioni diverse e di fissare meglio nella memoria quello che si è osservato.

Questo è solo un piccolo assaggio di quello che offre Taggia, che da quest’anno fa parte dei “Borghi più belli d’Italia”.

Nei prossimi mesi scopriremo nuovi angoli.

Per oggi è tutto. Vi ringrazio per la vostra attenzione e vi invito a provare prima possibile questo giro per niente faticoso, non vi do tempi perché dipende tutto dall’attenzione che vorrete dare ai singoli angoli.

Se non avete ancora scaricato l’ebook gratis di benvenuto potete farlo su questa pagina.

Ci sentiamo presto, buona Liguria!

Come raggiungere Taggia:

Uscite al casello di Arma di Taggia, una volta raggiunta la via Aurelia (terza rotonda) proseguite a sinistra fino a un’altra rotonda con sculture di olive in ferro. Continuate dritti per cento metri poi seguite le indicazioni verso destra. Costeggiate il fiume fino a Taggia dove potrete parcheggiare poco dopo l’antico ponte in un parcheggio sotterraneo sulla sinistra.